Bocchetta di Noveis - Bocchetta di Ponasca
1712 metri s.l.m.
Segnavia H31 - Distanza: 5,7 Km - Tempo: 3.00
Località di Partenza
Punto più Alto Dislivello in Salita Dislivello in Discesa Segnavia Lunghezza Difficoltà Tempo di Percorrenza Periodo Consigliato Acqua sul percorso |
Bocchetta di Noveis (mt. 1113)
Bocchetta di Ponasca - Bivio G8 (mt. 1712) mt. 814 mt. 220 H31 5,7 km - EE - Ore 3.00 Maggio - Ottobre Si |
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Dal piazzale posteggio dell’Alpe Noveis si sale per un brevissimo tratto la ripida strada asfaltata che porta all’albergo. Alla prima curva si imbocca lo sterrato a sinistra, percorrendolo per circa 200 metri fino ad arrivare alla Bocchetta di Noveis e l’Alpe “Le Volpi”, così chiamato perché, prima della Seconda Guerra Mondiale, vi era un allevamento di volpi argentate, di cui sono ancora visibili i terrazzamenti per le gabbie.
Si imbocca il sentiero H31 a destra della fontana (m. 1113). Si pecorre in discesa una strada sterrata fino ad arrivare in prossimità dell’Alpe Gorei, dove, a sinistra, si stacca un sentiero (m. 1030 - ore 0,25) che sale e attraversa le baite superiori dell’alpeggio e il prato entrando poi in un bosco di faggi. Si prosegue quasi in piano fino ad attraversare il Rio Vialengo, che scende a precipizio dalla parete Nord del Monte Gemevola.
Si continua ora in salita in un dosso quasi prativo e si perviene ad una sella dove appaiono i ruderi della Baita del Rat. Il percorso diventa meno ripido e si alternano faggete e radure che consentono di ammirare la valle di Postua, il fondovalle del Sessera, Borgosesia e la geometria delle risaie.
Giunti al Rio Buggie, il sentiero, uscito dal bosco, sale in forte pendenza il crinale che porta all’alpeggio omonimo. Lungo il cammino si notano, a destra, i resti dei fabbricati che servivano da alloggio ai minatori che estraevano in questa zona un minerale ferroso. Si raggiunge infine un falsopiano e lo si supera per traversi arrivando all’imbocco dell’itinerario H21 (m. 1372 – ore 1,20 – tot. 1,45) che scende all’Alpe Buggie, i cui ruderi appaiono alcune decine di metri sotto il sentiero in un mare di felci, e poi all’Alpe Albarei e alla frazione Roncole di Postua.
Continuando sull’H31, in breve si perviene alla sella sopra l’alpe, poi, in saliscendi per traversi, si arriva all’Alpe Farina (m. 1435 – ore 0,25 – tot. 2,10), che, ristrutturato e ben tenuto da alcuni appassionati escursionisti, si trova in bella posizione panoramica.
Si sale sulla vicina cresta e la si percorre in decisa ascesa con sulla destra la catena che va dal Monte Tovo, al Castello di Gavala fino al Monte Barone, tra rigogliosi cespugli di rododendri. Prima di raggiungere il culmine della cresta, si svolta decisamente a destra e, per traversi nell’alta impervia valle della Malanotte, si perviene ad un intaglio che consente di ritornare nel versante di Postua e raggiungere infine il sentiero G8 (m. 1712 - ore 0,50 – tot. 3,00) che sale dal Rifugio Monte Barone del C.A.I. Valsessera alla vetta del Monte Barone. L’incrocio è posto pochi metri sopra la Bocchetta di Ponasca (m. 1699).
La cima del Monte Barone è raggiungibile in circa 40 minuti, mentre si arriva al rifugio (m. 1587) scendendo per circa 15 minuti.
Si imbocca il sentiero H31 a destra della fontana (m. 1113). Si pecorre in discesa una strada sterrata fino ad arrivare in prossimità dell’Alpe Gorei, dove, a sinistra, si stacca un sentiero (m. 1030 - ore 0,25) che sale e attraversa le baite superiori dell’alpeggio e il prato entrando poi in un bosco di faggi. Si prosegue quasi in piano fino ad attraversare il Rio Vialengo, che scende a precipizio dalla parete Nord del Monte Gemevola.
Si continua ora in salita in un dosso quasi prativo e si perviene ad una sella dove appaiono i ruderi della Baita del Rat. Il percorso diventa meno ripido e si alternano faggete e radure che consentono di ammirare la valle di Postua, il fondovalle del Sessera, Borgosesia e la geometria delle risaie.
Giunti al Rio Buggie, il sentiero, uscito dal bosco, sale in forte pendenza il crinale che porta all’alpeggio omonimo. Lungo il cammino si notano, a destra, i resti dei fabbricati che servivano da alloggio ai minatori che estraevano in questa zona un minerale ferroso. Si raggiunge infine un falsopiano e lo si supera per traversi arrivando all’imbocco dell’itinerario H21 (m. 1372 – ore 1,20 – tot. 1,45) che scende all’Alpe Buggie, i cui ruderi appaiono alcune decine di metri sotto il sentiero in un mare di felci, e poi all’Alpe Albarei e alla frazione Roncole di Postua.
Continuando sull’H31, in breve si perviene alla sella sopra l’alpe, poi, in saliscendi per traversi, si arriva all’Alpe Farina (m. 1435 – ore 0,25 – tot. 2,10), che, ristrutturato e ben tenuto da alcuni appassionati escursionisti, si trova in bella posizione panoramica.
Si sale sulla vicina cresta e la si percorre in decisa ascesa con sulla destra la catena che va dal Monte Tovo, al Castello di Gavala fino al Monte Barone, tra rigogliosi cespugli di rododendri. Prima di raggiungere il culmine della cresta, si svolta decisamente a destra e, per traversi nell’alta impervia valle della Malanotte, si perviene ad un intaglio che consente di ritornare nel versante di Postua e raggiungere infine il sentiero G8 (m. 1712 - ore 0,50 – tot. 3,00) che sale dal Rifugio Monte Barone del C.A.I. Valsessera alla vetta del Monte Barone. L’incrocio è posto pochi metri sopra la Bocchetta di Ponasca (m. 1699).
La cima del Monte Barone è raggiungibile in circa 40 minuti, mentre si arriva al rifugio (m. 1587) scendendo per circa 15 minuti.
La Sezione non si assume alcuna responsabilità di eventuali errori negli itinerari presenti su questo sito.