Ponte della Babbiera - Bocchetta di Nasercio o di Valè
1796 metri s.l.m.
Segnavia G9 + G20 - Distanza: 10.2 Km - Tempo: 5.40
Località di Partenza
Punto più Alto Dislivello in Salita Dislivello in Discesa Segnavia Lunghezza Difficoltà Tempo di Percorrenza Periodo Consigliato Acqua sul percorso |
300 m. dopo il Ponte della Babbiera (mt. 705)
mt. 1910 mt. 1663 mt. 399 G9 + G20 10,2 km - EE - Ore 5.40 Da maggio a ottobre Si |
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Si raggiunge l’imbocco del sentiero percorrendo la strada sterrata che, dalla frazione Castagnea di Portula, conduce alla centrale idroelettrica del Piancone e poi alla diga delle Mischie.
Dopo la centrale, si prosegue sulla strada, che costeggia il torrente Sessera, fino al caratteristico Ponte della Babbiera. Da Castagnea il percorso è di circa 8 km.
Continuando sulla strada, che corrisponde ora all’itinerario F2, dopo circa 300 metri si perviene all’imbocco del sentiero G9 (m. 705), che si addentra subito nel bosco di castagni. Dopo circa 20 minuti, una breve deviazione consente di raggiungere le aperture delle miniere da cui veniva estratto il corindone (ossido di alluminio).
Tornando sul sentiero, dopo pochi minuti si passa poco a monte dei ruderi dell’Alpe Barbero.
Il sentiero continua nel bosco, ora anche di noccioli, in moderata ascesa.
Quando il bosco si fa più rado, si raggiunge un bivio (m. 990 – ore 0,45) dove il sentiero volta bruscamente a destra. Qui occorre prestare attenzione, perché la traccia a sinistra è l’itinerario (una volta F2) che porta all’alpe Baroso e poi alla Bocchetta della Boscarola.
G9 continua invece a salire, ora su terreno in estate invaso dalle felci, con isolati alberi di betulla. In seguito il bosco, misto di faggi e betulle, torna più fitto, fino ad arrivare alla radura dove si trovano i ruderi dell’alpe Masunchio Superiore (m. 1325 – ore 1,00 – tot. 1,45) dove resiste una fontana ricca d’acqua.
Il sentiero prosegue in leggera salita fino a raggiungere un fitto bosco di faggi. Qui risale ripido fino alla cresta, che percorre, con vista sulla diga delle Mischie, fino alla Cima di Foggia (m. 1538 – ore 0,40 – tot. 2,25).
Qui inizia la cresta della Valmala, che dopo la Cima della Mora è spartiacque tra la Valsessera e la Valsesia. Il primo tratto percorre un bosco di faggi, con vista con vista sui monti del Biellese e della Valsesia, fino al Monte Rosa.
Il bosco termina poco prima di passare poco al di sotto della modesta sommità della Bondala della Mora (m. 1700 – ore 0,50 – tot. 3,15), poi un tratto più ripido porta alla Cima della Bondala (m. 1770 – ore 0,25 – tot. 3,40). Alcuni saliscendi tra roccette ed una breve discesa conducono ad una ampia zona quasi pianeggiante, a monte dell’alpe Fontanamora, visibile a sinistra un centinaio di metri più in basso e raggiungibile per tracce.
G9 continua sull’ampia e panoramica dorsale, con tratti a pendenza limitata alternati a brevi strappi e infine lungo il pendio sotto la Cima della Mora (m. 1937, non raggiunta dal sentiero) fino ad un colletto localmente denominato Mandrone (m. 1884 – ore 0,30 – tot. 4,10).
Qui termina l’itinerario G9 e inizia il G20. E’ un sentiero più impegnativo, che attraversa la testata del vallone del Rio Valmala, transita a valle delle Cima di Bors (m. 1959) ed entra nel vallone del Rio Confienzo poco prima del caratteristico ed impervio tratto di cresta conosciuto come Scala di Bors. Qui il sentiero lascia temporaneamente il versante Sessera, scendendo ed attraversando una parte della testata del vallone del Nasercio, in territorio valsesiano. Risaliti in cresta, si rientra nel Biellese e, procedendo poco sotto la cresta si raggiunge finalmente la Bocchetta di Nasercio o di Vale’ (m. 1796 – ore 1,30 – tot. 5,40).
Qui si trova il bivio con il sentiero 238 che, nel versante valsesiano scende in ore 2,30 a Scopello, nel versante biellese raggiunge, in ore 0,20, l’alpe Valfinale, dove inizia l’itinerario G1 che porta alle Piane di Rivò, nel Comune di Coggiola.
Dopo la centrale, si prosegue sulla strada, che costeggia il torrente Sessera, fino al caratteristico Ponte della Babbiera. Da Castagnea il percorso è di circa 8 km.
Continuando sulla strada, che corrisponde ora all’itinerario F2, dopo circa 300 metri si perviene all’imbocco del sentiero G9 (m. 705), che si addentra subito nel bosco di castagni. Dopo circa 20 minuti, una breve deviazione consente di raggiungere le aperture delle miniere da cui veniva estratto il corindone (ossido di alluminio).
Tornando sul sentiero, dopo pochi minuti si passa poco a monte dei ruderi dell’Alpe Barbero.
Il sentiero continua nel bosco, ora anche di noccioli, in moderata ascesa.
Quando il bosco si fa più rado, si raggiunge un bivio (m. 990 – ore 0,45) dove il sentiero volta bruscamente a destra. Qui occorre prestare attenzione, perché la traccia a sinistra è l’itinerario (una volta F2) che porta all’alpe Baroso e poi alla Bocchetta della Boscarola.
G9 continua invece a salire, ora su terreno in estate invaso dalle felci, con isolati alberi di betulla. In seguito il bosco, misto di faggi e betulle, torna più fitto, fino ad arrivare alla radura dove si trovano i ruderi dell’alpe Masunchio Superiore (m. 1325 – ore 1,00 – tot. 1,45) dove resiste una fontana ricca d’acqua.
Il sentiero prosegue in leggera salita fino a raggiungere un fitto bosco di faggi. Qui risale ripido fino alla cresta, che percorre, con vista sulla diga delle Mischie, fino alla Cima di Foggia (m. 1538 – ore 0,40 – tot. 2,25).
Qui inizia la cresta della Valmala, che dopo la Cima della Mora è spartiacque tra la Valsessera e la Valsesia. Il primo tratto percorre un bosco di faggi, con vista con vista sui monti del Biellese e della Valsesia, fino al Monte Rosa.
Il bosco termina poco prima di passare poco al di sotto della modesta sommità della Bondala della Mora (m. 1700 – ore 0,50 – tot. 3,15), poi un tratto più ripido porta alla Cima della Bondala (m. 1770 – ore 0,25 – tot. 3,40). Alcuni saliscendi tra roccette ed una breve discesa conducono ad una ampia zona quasi pianeggiante, a monte dell’alpe Fontanamora, visibile a sinistra un centinaio di metri più in basso e raggiungibile per tracce.
G9 continua sull’ampia e panoramica dorsale, con tratti a pendenza limitata alternati a brevi strappi e infine lungo il pendio sotto la Cima della Mora (m. 1937, non raggiunta dal sentiero) fino ad un colletto localmente denominato Mandrone (m. 1884 – ore 0,30 – tot. 4,10).
Qui termina l’itinerario G9 e inizia il G20. E’ un sentiero più impegnativo, che attraversa la testata del vallone del Rio Valmala, transita a valle delle Cima di Bors (m. 1959) ed entra nel vallone del Rio Confienzo poco prima del caratteristico ed impervio tratto di cresta conosciuto come Scala di Bors. Qui il sentiero lascia temporaneamente il versante Sessera, scendendo ed attraversando una parte della testata del vallone del Nasercio, in territorio valsesiano. Risaliti in cresta, si rientra nel Biellese e, procedendo poco sotto la cresta si raggiunge finalmente la Bocchetta di Nasercio o di Vale’ (m. 1796 – ore 1,30 – tot. 5,40).
Qui si trova il bivio con il sentiero 238 che, nel versante valsesiano scende in ore 2,30 a Scopello, nel versante biellese raggiunge, in ore 0,20, l’alpe Valfinale, dove inizia l’itinerario G1 che porta alle Piane di Rivò, nel Comune di Coggiola.
La Sezione non si assume alcuna responsabilità di eventuali errori negli itinerari presenti su questo sito.