Rifugio "La Ciota" - Monte Barone
2044 metri s.l.m.
Segnavia G8 - Distanza: 3,3 Km - Tempo: 2.20
Località di Partenza
Punto più Alto Dislivello in Salita Dislivello in Discesa Segnavia Lunghezza Difficoltà Tempo di Percorrenza Periodo Consigliato Acqua sul percorso |
Rifugio "La Ciota"(mt. 1226)
Monte Barone (mt. 2044) mt. 874 mt. 53 G8 4 km - E - Ore 2.20 Maggio - Ottobre Si |
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Il Monte Barone è la montagna simbolo della Valsessera: dalla sua vetta di m. 2044 si gode un grandioso panorama. Dalla cima lo sguardo spazia a 360 gradi: cominciando da ovest, in senso orario, si scorgono il Monviso, il Gran Paradiso, le Alpi Valdostane, l’imponente parete sud del Monte Rosa, i Mischabel, le Alpi del Vallese e ossolane fino al Bernina e all’Adamello, parte della Pianura Padana con i laghi lombardi e piemontesi e le grandi città fino all’Appennino Ligure.
Il sentiero si stacca dall’itinerario G1 (Piane di Viera-Bocchetta di Nasercio o di Valè) presso il rifugio “La Ciota” (m. 1226), raggiungibile dalle Piane di Rivò in 40 minuti. Con alcuni tornanti, in moderata salita, si guadagna la dorsale che si stacca dal monte Pissavacca e che costituisce il displuvio tra il vallone drenato dal Rio Cavallero e quello dell’Ardeccia, decisamente più ampio e culminante con il Monte Barone, che da qui compare alla vista unitamente al Rifugio Monte Barone del C.A.I. Valsessera e a tutto il percorso per raggiungerlo. Si risale il crinale tra basse conifere e affioramenti rocciosi. Quando il bosco si infittisce (località “La Bura”), si abbandona la dorsale tenendo a sinistra su terreno pianeggiante. Si riprende poi a salire, fuori dal bosco, percorrendo il ripido e dirupato versante del monte Pissavacca fino ad arrivare al caratteristico tratto dirupato denominato “Scarpie” (m. 1435 – ore 0,35), dove il sentiero è stato ricavato collocando scalini di pietra e lavorando la viva roccia. Il tratto è attrezzato con corda fissa.
Giunti al culmine della parte più faticosa, si prosegue a pendenza più moderata, con brevi tratti in discesa, poi un lungo tratto a pendenza limitata porta a guadare il Rio Ranzola appena oltre il quale si raggiungono i ruderi dell’Alpe Ponasca (m. 1535) e, subito dopo, il bivio con il sentiero G1a (m. 1544 – ore 0,40 – tot. 1,15), che giunge dalla Baita Ranzola.
Con una serie di brevi risvolti sul ripido pendio erboso, si raggiunge in breve tempo il Rifugio Monte Barone del C.A.I. Valsessera (m. 1587 – ore 0,05 – tot. 1,20).
Il sentiero prosegue a destra, superando, presso la piazzola di atterraggio dell’elicottero, l’imbocco del sentiero G7 (m. 1594 – ore 0,05 – tot. 1,25) che porta alla Bocchetta di Noveis. Si rimonta il ripido pendio erboso che conduce in cresta, alla Bocchetta di Ponasca (m. 1699 – ore 0,15 – tot. 1,40).
Si segue, a sinistra, la cresta e si incontra subito il sentiero H31 che sale dalla Bocchetta di Noveis. Il sentiero G8, restando leggermente sul lato sinistro (Sessera) del crinale, guadagna rapidamente quota su terreno ripido fino ad una breve spianata. Si supera una breve depressione e ci si incunea tra roccette sui ripidi pendii terminali. Si attraversa poi, diagonalmente, verso destra, passando sotto una caratteristica campana posta sopra una nicchia protetta da un vetro all’interno della quale è presente una bella statua della Madonna. Dopo pochi metri si raggiunge la vetta (m. 2044 – ore 0,40 – tot. 2,20) nel punto in cui è stata collocata (dal C.A.I. Valsessera) una rosa dei venti con indicazione delle varie cime visibili
Il sentiero si stacca dall’itinerario G1 (Piane di Viera-Bocchetta di Nasercio o di Valè) presso il rifugio “La Ciota” (m. 1226), raggiungibile dalle Piane di Rivò in 40 minuti. Con alcuni tornanti, in moderata salita, si guadagna la dorsale che si stacca dal monte Pissavacca e che costituisce il displuvio tra il vallone drenato dal Rio Cavallero e quello dell’Ardeccia, decisamente più ampio e culminante con il Monte Barone, che da qui compare alla vista unitamente al Rifugio Monte Barone del C.A.I. Valsessera e a tutto il percorso per raggiungerlo. Si risale il crinale tra basse conifere e affioramenti rocciosi. Quando il bosco si infittisce (località “La Bura”), si abbandona la dorsale tenendo a sinistra su terreno pianeggiante. Si riprende poi a salire, fuori dal bosco, percorrendo il ripido e dirupato versante del monte Pissavacca fino ad arrivare al caratteristico tratto dirupato denominato “Scarpie” (m. 1435 – ore 0,35), dove il sentiero è stato ricavato collocando scalini di pietra e lavorando la viva roccia. Il tratto è attrezzato con corda fissa.
Giunti al culmine della parte più faticosa, si prosegue a pendenza più moderata, con brevi tratti in discesa, poi un lungo tratto a pendenza limitata porta a guadare il Rio Ranzola appena oltre il quale si raggiungono i ruderi dell’Alpe Ponasca (m. 1535) e, subito dopo, il bivio con il sentiero G1a (m. 1544 – ore 0,40 – tot. 1,15), che giunge dalla Baita Ranzola.
Con una serie di brevi risvolti sul ripido pendio erboso, si raggiunge in breve tempo il Rifugio Monte Barone del C.A.I. Valsessera (m. 1587 – ore 0,05 – tot. 1,20).
Il sentiero prosegue a destra, superando, presso la piazzola di atterraggio dell’elicottero, l’imbocco del sentiero G7 (m. 1594 – ore 0,05 – tot. 1,25) che porta alla Bocchetta di Noveis. Si rimonta il ripido pendio erboso che conduce in cresta, alla Bocchetta di Ponasca (m. 1699 – ore 0,15 – tot. 1,40).
Si segue, a sinistra, la cresta e si incontra subito il sentiero H31 che sale dalla Bocchetta di Noveis. Il sentiero G8, restando leggermente sul lato sinistro (Sessera) del crinale, guadagna rapidamente quota su terreno ripido fino ad una breve spianata. Si supera una breve depressione e ci si incunea tra roccette sui ripidi pendii terminali. Si attraversa poi, diagonalmente, verso destra, passando sotto una caratteristica campana posta sopra una nicchia protetta da un vetro all’interno della quale è presente una bella statua della Madonna. Dopo pochi metri si raggiunge la vetta (m. 2044 – ore 0,40 – tot. 2,20) nel punto in cui è stata collocata (dal C.A.I. Valsessera) una rosa dei venti con indicazione delle varie cime visibili
La Sezione non si assume alcuna responsabilità di eventuali errori negli itinerari presenti su questo sito.