Rifugio Monte Barone - Bocchetta di Nasercio o di Valé
1802 metri s.l.m.
Segnavia G12+G1 - Distanza: 5,5 Km - Tempo: 3.20
Località di Partenza
Punto più Alto Dislivello in Salita Dislivello in Discesa Segnavia Lunghezza Difficoltà Tempo di Percorrenza Periodo Consigliato Acqua sul percorso |
Rifugio Monte Barone (m 1587)
mt. 1802 mt. 514 mt. 299 G12+G1 5,5 km - EE - Ore 3.20 Maggio - Ottobre Si |
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Dal Rifugio Monte Barone del C.A.I. Valsessera (m. 1587), raggiungibile con l’itinerario G1 – G8 o con gli altri descritti, si imbocca a sinistra un sentiero che inizia in moderata salita poi, con alcuni brevi ma erti strappi, supera alcuni canali incassati e conduce ad aggirare un marcato crinale che scende dal Monte Barone in corrispondenza di un intaglio poco definito (paletto di legno). Si prosegue su terreno a moderata pendenza giungendo in vista dell’Alpe Solivetti (m. 1687 – ore 0,25) (baita ricovero dei Cacciatori), che si raggiunge dopo aver incontrato una piccola fonte.
Subito dopo, i segnavia ci invitano a proseguire in direzione di una costola dove, in corrispondenza di un breve tratto pianeggiante, si nota un paletto segnavia. Il sentiero sale diagonalmente e in breve raggiunge il panoramico poggio (Belvedere) dove si gode di una bella vista del Monte Rosa e del Corno Bianco. Un breve tratto pianeggiante conduce ad un piccolo intaglio roccioso a cui segue una breve discesa. Attraversato un piccolo rio, si continua a lievi saliscendi giungendo poco a monte (m. 1694 – ore 0,25 – tot. 0,50) dell’ampia sella dove, leggermente sul versante Confienzo, sono situate, in magnifica posizione, le diroccate casere dell’Alpe Campo. Qui inizia il collegamento, lungo circa 600 metri, segnalato ma senza nome, con il sentiero G1 (Piane di Rivò – Bocchetta di Nasercio o di Valè), raggiungibile in 15 minuti nei pressi dei resti dell’Alpe Navagli.
Dall’Alpe Campo lo sguardo spazia sulla parte terminale del vallone del Confienzo, dove fanno bella mostra di sé la Bocchetta di Nasercio o di Valè (poco appariscente) e la molto più caratteristica Bocchetta di Valfinale, oltre le quali emerge imponente il Monte Rosa.
Senza raggiungere le costruzioni, si sale decisamente verso destra (nord-ovest) fino ad un masso, tagliando poi diagonalmente dapprima ampi declivi a pascolo e successivamente una immensa distesa di rigogliosi rododendri. Si raggiunge l’amena valletta denominata “La Mandria”, che trattiene la neve fino a stagione inoltrata. Si risale la valletta abbandonando le pendici del Monte Barone ed iniziando a percorrere quelle della Cima Lavazzola. Superata una costola erbosa, il sentiero si pone in lieve discesa e, tra i rododendri, dopo aver superato tre ampi canali percorsi da altrettanti modesti rii, giunge alla diroccata Alpe Lavazzola Superiore (m. 1715 – ore 1,00 – tot. 1,50), dove G12 termina e si incontra l’itinerario G1 che sale dalle Piane di Rivò.
All’Alpe Lavazzola Superiore è presente un bivacco con due posti letto e una fontana.
Si prosegue ora lungo il G1 in piano, poi una breve discesa porta a raggiungere le pendici del Monte Talamone. Si percorrono interamente per traversi le ondulazioni che scendono dalla cresta che congiunge il Monte Barone alla Bocchetta di Valfinale fino a raggiungere i ruderi dell’Alpe Valfinale (m. 1685 – ore 1,00 - tot. 2,50), posta poco sotto la Bocchetta di Valfinale. Qui termina il sentiero G1 e si imbocca il sentiero 238 che, a destra, in 15 minuti porta alla Bocchetta di Valfinale proseguendo poi fino alla vetta del Badile, mentre, a sinistra, in moderata salita, conduce alla Bocchetta di Nasercio o di Valè (m. 1802 – ore 0,30 – tot. 3,20). Da questa sella lo sguardo spazia sulla vicina località di Mera e su tutta l’alta Valsesia dominata dall’imponente massiccio del Monte Rosa.
Dalla Bocchetta, continuando a seguire il segnavia 238, è possibile scendere in Valsesia, passando dalla Bocchetta dei Partigiani e dall’Alpe Nasercio, fino a Scopello (ore 2,30 dalla Bocchetta di Nasercio o di Valé).
Questo itinerario, insieme al G8, può essere parte di un percorso di collegamento tra la media Valsessera e la Valsesia alternativo al tragitto dell’intero G1, con eventuale pernottamento al Rifugio Monte Barone oppure al bivacco Lavazzola se si sceglie di effettuare il percorso in due giorni. La lunghezza e il tempo di percorrenza totali sono simili.
Nota: la presenza di erba alta e felci può rendere difficoltoso il percorso.
Subito dopo, i segnavia ci invitano a proseguire in direzione di una costola dove, in corrispondenza di un breve tratto pianeggiante, si nota un paletto segnavia. Il sentiero sale diagonalmente e in breve raggiunge il panoramico poggio (Belvedere) dove si gode di una bella vista del Monte Rosa e del Corno Bianco. Un breve tratto pianeggiante conduce ad un piccolo intaglio roccioso a cui segue una breve discesa. Attraversato un piccolo rio, si continua a lievi saliscendi giungendo poco a monte (m. 1694 – ore 0,25 – tot. 0,50) dell’ampia sella dove, leggermente sul versante Confienzo, sono situate, in magnifica posizione, le diroccate casere dell’Alpe Campo. Qui inizia il collegamento, lungo circa 600 metri, segnalato ma senza nome, con il sentiero G1 (Piane di Rivò – Bocchetta di Nasercio o di Valè), raggiungibile in 15 minuti nei pressi dei resti dell’Alpe Navagli.
Dall’Alpe Campo lo sguardo spazia sulla parte terminale del vallone del Confienzo, dove fanno bella mostra di sé la Bocchetta di Nasercio o di Valè (poco appariscente) e la molto più caratteristica Bocchetta di Valfinale, oltre le quali emerge imponente il Monte Rosa.
Senza raggiungere le costruzioni, si sale decisamente verso destra (nord-ovest) fino ad un masso, tagliando poi diagonalmente dapprima ampi declivi a pascolo e successivamente una immensa distesa di rigogliosi rododendri. Si raggiunge l’amena valletta denominata “La Mandria”, che trattiene la neve fino a stagione inoltrata. Si risale la valletta abbandonando le pendici del Monte Barone ed iniziando a percorrere quelle della Cima Lavazzola. Superata una costola erbosa, il sentiero si pone in lieve discesa e, tra i rododendri, dopo aver superato tre ampi canali percorsi da altrettanti modesti rii, giunge alla diroccata Alpe Lavazzola Superiore (m. 1715 – ore 1,00 – tot. 1,50), dove G12 termina e si incontra l’itinerario G1 che sale dalle Piane di Rivò.
All’Alpe Lavazzola Superiore è presente un bivacco con due posti letto e una fontana.
Si prosegue ora lungo il G1 in piano, poi una breve discesa porta a raggiungere le pendici del Monte Talamone. Si percorrono interamente per traversi le ondulazioni che scendono dalla cresta che congiunge il Monte Barone alla Bocchetta di Valfinale fino a raggiungere i ruderi dell’Alpe Valfinale (m. 1685 – ore 1,00 - tot. 2,50), posta poco sotto la Bocchetta di Valfinale. Qui termina il sentiero G1 e si imbocca il sentiero 238 che, a destra, in 15 minuti porta alla Bocchetta di Valfinale proseguendo poi fino alla vetta del Badile, mentre, a sinistra, in moderata salita, conduce alla Bocchetta di Nasercio o di Valè (m. 1802 – ore 0,30 – tot. 3,20). Da questa sella lo sguardo spazia sulla vicina località di Mera e su tutta l’alta Valsesia dominata dall’imponente massiccio del Monte Rosa.
Dalla Bocchetta, continuando a seguire il segnavia 238, è possibile scendere in Valsesia, passando dalla Bocchetta dei Partigiani e dall’Alpe Nasercio, fino a Scopello (ore 2,30 dalla Bocchetta di Nasercio o di Valé).
Questo itinerario, insieme al G8, può essere parte di un percorso di collegamento tra la media Valsessera e la Valsesia alternativo al tragitto dell’intero G1, con eventuale pernottamento al Rifugio Monte Barone oppure al bivacco Lavazzola se si sceglie di effettuare il percorso in due giorni. La lunghezza e il tempo di percorrenza totali sono simili.
Nota: la presenza di erba alta e felci può rendere difficoltoso il percorso.
La Sezione non si assume alcuna responsabilità di eventuali errori negli itinerari presenti su questo sito.